Venezia da mangiare - parte 1 |
Venezia è una città in cui ci si sposta lentamente, in barca se si va di fretta, o più semplicemente a piedi. “E per fortuna!”, mi dico, pensando di ritrovarmi per un giorno nella pancia del Leone a dover fare i conti con la girandola di sapori, consistenze e colori noti (del resto sono veneziana!), ma al contempo spiazzanti se mi fermo anche solo un attimo a pensarci. |
A Venezia si comincia a mangiare prima del pranzo e della cena. Si esce di casa in tarda mattinata o a pomeriggio inoltrato per fare la spesa o per sbrigare qualche commissione e subito inizia il carosello degli incontri- amici, colleghi, spesso gli stessi negozianti di fiducia – il macellaio, il panettiere, il fruttivendolo – ci accompagneranno, da quel momento, in un percorso a tappe tra i vari locali del sestiere con la scusa di bere un’ombra o uno spritz e fare due chiacchiere che diventeranno poi quattro e poi otto, tante quante le bibite e i cicheti che si ingurgiteranno in base alla ferrea regola del “giro” da cui nessun veneziano o veneziana DOC è esente. La regola vuole che i conti non siano separati, ma che a turno ognuno paghi per tutti gli altri fino a completare “il giro” con l’ultimo degli amici che chiude il cerchio. |
Bar e i ristoranti a parte, di cui la città comunque pullula, i locali adibiti a questo tipico intrattenimento eno-gastronomico, a Venezia (e solo a Venezia), prendono il nome di bacari. Il bacaro è la versione veneziana della classica osteria di paese, dove il cibo è presente soprattutto come accompagnamento al vino e non il contrario. Però di cibo come di vino nei bacari ce n’è sempre a volontà ed è servito in porzioni-monodose, da spuntino (i cicheti appunto), rigorosamente senza posate- si consuma stando in piedi davanti al bancone, prendendolo con le mani o infilzandolo negli stuzzicadenti a seconda della sua forma, consistenza e temperatura. |
In ogni bacaro, la vetrinetta in cui sono esposti i cicheti è un piacere della vista prima che del palato e offre un’interessante e variegata rassegna in miniatura (date le porzioni) della cucina tradizionale veneziana in toto, quella che si consuma a più larghe dosi in casa o nei ristoranti veri e propri. Ci sono le classiche polpette di manzo e patate, le sepioine arrosto, le mezze uova con l’acciuga sopra, le chele di granchio o diverse varietà di pesciolini fritti, le sardee in saor, i crostini con il baccalà mantecato o con la milza, le olive farcite, gli arancini di riso, i moscardini bolliti, i nervetti con la cipolla e chi più ne ha più ne metta, chi più beve più ne mangi e si perda in questo circo di sapori antichi tanto quanto le pietre di Venezia! |
Comments
Hide